Gentili lettori, mi fermo per un pò. Voglio provare a rinunciare al blog. Non so se riuscirò a farlo, ma voglio provarci. Magari tra 5 giorni non riesco a fare a meno della mia identità virtuale e sono di ritorno, oppure non tornerò più (non ci credo, ma è un idea che coltivo). Penso che… Continua a leggere Dopo Carnevale, STOP
Mese: febbraio 2010
La mia malattia è finita
Devo tornare al lavoro, la mia malattia è finita… Due settimane a casa: non era mai capitato, da quando lavoro. Ma non c’era verso, non riuscivo a guarire, non riesco a guarire, la tosse mi accompagna ancora oggi e forse mi dice che non devo tornare; forse sto avendo una reazione…come si chiama…una reazione psicosomatica?… Continua a leggere La mia malattia è finita
Un italiano in vacanza su una spiaggia qualunque del messico orientale
Colorato, tatuato, telefonato, con cane, con pareo, con occhialone, con mollettone, con orologio, con braccialetto, truccato, con costume nuovo, uno al mattino e uno al pomeriggio. Parla parla e si muove si muove. Sono diventato insofferente alle persone non libere, alle persone che vivono in un mondo cui conferiscono senso attraverso l’opinione altrui. Forse sono… Continua a leggere Un italiano in vacanza su una spiaggia qualunque del messico orientale
Il Responsabile delle Risorse Umane
Guarda il mare, che è meglio, guarda le navi sullo sfondo, che controllano la costa di San Giovanni d’Acri dagli attacchi libanesi. Una mattina di giugno all’alba mi accorgo di essere stato ingannato, guardando l’orizzonte chiuso dalla navi e poi la cittadina chiusa dalle mura e poi l’albergo di lusso alle mie spalle, con la… Continua a leggere Il Responsabile delle Risorse Umane
La neonata nel caffé
Un papà al bar una mattina di febbraio alle dieci con il casco in una mano e il telefonino nell’altra. Un papà che risponde orgoglioso del risultato dell’inseminazione della sua vacca: “Come sta Giulia?” “Bene, è già a casa con la bambina, 3punto620, un amore. Mi giro meglio verso il papà con il casco in… Continua a leggere La neonata nel caffé
Luigi, ma cosa stai dicendo?
“Luigi ma cosa stai dicendo? – Emilia stava cercando di entrare in camera sua ma Luigi, mio fratello Luigi la bloccava – Sei…matto? Stai bene? Smettila, lasciami i capelli, lasciami, aiuto stai fermo, me li strappi. Iniziò così sulla soglia della stanza di zia Emilia, mentre io ero bloccato alla fine del corridoio. Eravamo rientrati… Continua a leggere Luigi, ma cosa stai dicendo?
La zia Emilia lo racconta ancora
“La zia Emilia lo racconta ancora, nella sua follia di donna distrutta dall’alcool. – Ti ricordi, Nereo, quante bistecche si mangiava la faccia di tua madre? – Certo Zia Emilia che mi ricordo, lo racconti ogni mese Ti ricordi, Nereo, gliele mettevamo lì e la bestia se le mangiava, delle belle bistecche grosse, rosse, spesse,… Continua a leggere La zia Emilia lo racconta ancora
Reduce da un lavoro fantasma
“Reduce da un lavoro fantasma a Torino, debilitato nel fisico e nella mente, senza un soldo, con la disperazione come unico sentimento: così mi trovo, con la laurea nel tubo dentro l’armadio e poca voglia di vivere. Non mi cresce più la barba, fatico a respirare ed è come se volessi sempre sbadigliare, ho dolori… Continua a leggere Reduce da un lavoro fantasma
Il fumo di Morgan e la fine di Max
Vergogna! E’ la prima parola che mi viene in mente, se penso al giornalista che ha raccolto l’intervista a Morgan. Vergogna, ancora, perché sapeva benissimo che pubblicando quelle parole avrebbe: 1) Diffuso il Morgan pensiero sulla droga, che, condivisibile o meno, è comunque pericoloso per ragazzini già fin troppo rimbambiti. 2) Stroncato la carriera ad… Continua a leggere Il fumo di Morgan e la fine di Max
L’Italia è una repubblica sfondata sul lavoro
Nel senso che noi Italiani abbiamo il posteriore sfondato a forza di lavorare, di pensare al lavoro che c’è, al lavoro che non c’è, al lavoro che dovrebbe esserci e a quello che non ci spetta, a quello che ci rubano, a quello che ci impongono. Vorrei vivere in un paese in cui il lavoro… Continua a leggere L’Italia è una repubblica sfondata sul lavoro